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Cos’è lo Strolghino di Culatello e perché è così buono

D’accordo, andiamo subito al punto. Cos’è lo Strolghino? Si tratta di un piccolo salume tipico della Bassa Parmense, quella porzione della provincia di Parma che scende dolcemente verso il fiume Po.
A differenza di altri prodotti insaccati, lo Strolghino è da consumare giovane, dopo pochi giorni di stagionatura.

Lo Strolghino è ricavato dalla rifilatura delle parti magre del Culatello, il più pregiato dei salumi italiani, realizzato sempre nella Bassa Parmense.
La qualità della sua carne, il suo profumo e la sua dolcezza: sono queste le caratteristiche dello Strolghino più apprezzate dai veri intenditori.

L’origine del nome Strolghino

Nome insolito, vero? In effetti, la parola “Strolghino” ha origini bizzarre. Le fonti più accreditate la fanno risalire a strolga, ossia “strega” o “indovina” nel dialetto emiliano – stroliga in altre parlate del Nord Italia. La tradizione sostiene che, un tempo, la produzione dello Strolghino servisse per prevedere l’andamento della stagionatura dei salumi di taglia maggiore. Insomma, era una sorta di cartina tornasole. Non a caso, perché fra i tanti insaccati ricavati dalla carne suina, lo Strolghino è il primo pronto per il taglio.

Una variante meno diffusa vorrebbe che lo Strolghino fosse un salume difficile da realizzare a regola d’arte, tanto da rendere necessario il consulto della strolga, l’indovina delle campagne emiliane.

Ingredienti e lavorazione

Come detto, lo Strolghino viene ricavato dal Culatello. Per la precisione, la carne usata per la produzione dello Strolghino è ottenuta dalla rifilatura delle parti magre del Culatello; l’operazione è necessaria per conferire al Culatello la sua caratteristica forma “a pera”. Si tratta di una carne magra e pregiata, tagliata dalla parte alta della coscia di suini adulti allevati in Italia, gli stessi usati per la produzione del Prosciutto di Parma.

Oltre alla carne di maiale, la preparazione dello Strolghino richiede l’uso di ridotte quantità di sale, spezie, aromi naturali e vino.

La lavorazione prevede la macinatura della carne e l’inserimento nel budello dell’animale. Segue la stagionatura: circa venti giorni e lo Strolghino è pronto per essere affettato.

Come si mangia

Lo Strolghino di Culatello è un salume da gustare giovane. Se troppo stagionato, si seccherebbe, potrebbe bucarsi e perderebbe il suo sapore caratteristico. Al taglio, il salume è morbido: puoi affettarlo a mano, anche con un coltello piccolo e non troppo affilato. La consistenza della carne deve essere né troppo tenera ma nemmeno troppo soda. Al palato, lo Strolghino è dolce, proprio come il Culatello.

Lo Strolghino è il tipico salume per l’aperitivo. Taglialo a fette un po’ spesse, circa un centimetro, e accompagnalo con qualche scaglia di Parmigiano Reggiano. Prima, però, ricorda di togliere il budello esterno. In caso di difficoltà, immergi lo Strolghino in acqua tiepida, giusto pochi minuti, quel tanto che basta per ammorbidire la pelle. In alternativa, vale sempre il classico “rimedio della nonna”: avvolgi il salume in un panno imbevuto con acqua e vino bianco.

Il vino giusto

L’abbinamento più adatto prevede un vino fresco e delicato, sia fermo che frizzante, per esempio una Malvasia dei Colli di Parma DOC. In alternativa, puoi optare per un vino rosso leggermente vivace, ideale per esaltarne il sapore rotondo.

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